Sono nata in una famiglia che mi ha insegnato ad apprezzare e amare la natura.
La visione dei fiori che sbocciano è per me un momento emozionante, incantato, i miei sensi si perdono nei colori e profumi della natura che nutre la mia anima, che riempie i miei momenti e i miei silenzi.
La natura sa donarci emozioni e sensazioni uniche in ogni momento ed è importante imparare a coglierle e farle proprie.
La natura è in grado di nutrirci e allo stesso tempo rendere stupendi i nostri momenti con forme ornamentali uniche.
È incredibile quale equilibrio si crei in un contesto di vita che spesso diamo per scontato.
È in questo contesto che la mia vita prende forma, in particolare con un albero di
ulivo che racconta la vita di 3 generazioni della mia famiglia: fu piantato dai miei nonni, coltivato e curato dai miei genitori e coccolato da me.
Racconta i momenti belli e meno belli di vita di oltre 100 anni e 3 generazioni.
È anche un modo unico per far vivere alle prossime generazioni la sensazione dell’esistenza stessa,
dando origine ad una vita dopo la vita, catturando quelle armoniose espressioni attraverso la bellezza della mia opera.
Penso spesso al momento in cui i miei genitori costruirono sul mio albero un’altalena, e ricordo con gioia tutte le volte che da piccola ci salivo, mi dondolavo prendendo velocità fino a saltare giù, mia madre puntualmente mi sgridava di stare attenta, ma io puntualmente non la ascoltavo.
Quando avevo un problema, salivo sulla mia altalena e confidano al vento e al mio amico albero le mie emozioni, sentimenti di quella giornata sentendomi “ascoltata, capita”, ma dopo un po’ che dondolavo tra i veli del vento, scendevo dalla mia altalena, abbracciavo il mio albero ed entravo in casa felice.
Quando potevo ero sempre lì…
All’ombra sotto i suoi maestosi rami, le foglie e fiori, in primavera o d’estate.
Ero adolescente, un giorno ricordo che tornai a casa molto scossa, mangiai e salì sulla mia altalena raccontando quella giornata, me la presi con il mio albero perché’ mi aiutasse a capire cosa fare.
Così, arrabbiata andai via senza abbracciarlo, come di solito facevo.
La sera andai a dormire e come d’incanto mi ritrovai il giorno dopo sulla mia altalena in una giornata calda che coccola i sensi.
Arrabbiata gli dissi; non ti racconto più niente.
Come d’incanto una voce senza identità mi rispose:
Sento tutto con molta attenzione rispondendoti sempre, sei tu che non mi ascolti!
Da lì ho capito che tra noi c’era una connessione profonda e consapevole.
Qualche anno fa, dopo averci donato i suoi frutti, fu presa una decisione di spostarlo per
costruire una legnaia.
Ero disperata perché era un albero centenario e avrebbe potuto non farcela.
Così per lo spostamento gli recisero i rami quasi completamente per far sì che potesse germogliare.
Misi da parte quei rami, spogliandoli soltanto delle foglie e dei piccolissimi rametti dell’ultimo
germoglio.
Nel frattempo, ci prendemmo cura di lui, passano i mesi ma non riusciva a germogliare.
Mi resi conto che era da moltissimo tempo che non lo abbracciavo più.
Mi avvicinai d’impeto, mi inginocchiai e lo abbracciai, al tatto mi resi conto che la sua corteccia
mi si sgretolava tra le mie mani, e con molta tristezza nel cuore capì che se ne era andato.
Ci misi un po’ per realizzare che mi avesse lasciato per sempre.
Allora provai a chiedergli in che modo potessi far risplendere ancora la tua bellezza?
Illuminami!!!
Non ebbi una risposta, ma una visione di specchi che si modellavano sinuosamente sui
sui rami, vidi disegni astratti con il rilievo di fiori di pigmenti in oro su sfondo nero luce.
Desideravo che la sua bellezza fosse ammirata in tutto il mondo così mi presi di coraggio e lo sradicammo adagiandolo dolcemente.
Scelsi con tanto amore le parti del mio albero da tenere rimuovendo manualmente tutto ciò che restava della sua corteccia, feci alla base del suo tronco un taglio netto che gli permettesse di stare in piedi,
Scelsi uno tra i rami che in precedenza avevo tolto e messi da parte, iniziando a ridare vita al tronco che avevo preparato nell’attesa che questo sogno prendesse vita, ero seduta di fronte a luie guardandolo con ammirazione mi misi alla ricerca dell’ispirazione per iniziare.